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Questa non è musica: è rumore giugno 26, 2010

Posted by maxviel in Senza categoria.
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Ma per qualcuno il rumore è musica e non solo per chi sa amare e interpretare ritmi e melodie di un motore come se fosse un preludo e fuga di Bach.
In effetti potremmo distinguere almeno tre tipi di accezione della parola “rumore”.

Per la prima, di natura acustica, il rumore è la componente aperiodica del suono e in quanto tale anche il suono più “puro” realizzato da uno strumento acustico, ad esempio il suono del flauto, contiene una componente di rumore prodotta dal soffio. In natura non esiste suono che non abbia in sé anche un po’ di rumore.

In una seconda accezione, di natura psicologica, rumore è qualcosa che dà fastidio: anche una musica soave diventa parte del “rumore di fondo” di un locale quando sto cercando di fare una conversazione intelligibile.

Nel terzo significato rumore si contrappone a musica: vale a dire che quello che per altri è musica per me può benissimo essere rumore, come ben esemplificato da una vicina un po’ isterica che mi contestava qualche anno fa la libertà di produrre della techno in casa mia!
In queso senso rumore è ciò che “non mi dice niente”, al contrario della musica che dice… chissà cosa dice! A questo livello di senso si adatta la nozione semiologica di significato estrinseco (il rumore) e di quello intrinseco (la musica).

Ma, come insegna la prima accezione, rumore è quello che non riusciamo a districare percettivamente e che rimane una massa sonora informe e magari pure sgradevole. Sviluppare una sensibilità è sviluppare la capacità di distinguere percezioni che prima mi apparivano pressoché uguali; l’ascolto, come del resto la visione, è il progressivo farsi strada in una informe giungla sempre uguale a se stessa, la progressiva bonifica del mondo dal rumore.

Dalla progressiva perdita di entropia ovvero dall’incubo di un mondo cristallino e interamente comprensibile ci salva il fatto che “nuova conoscenza genera nuova ignoranza”.
A chi non ci crede, consiglio la lettura di un classico del fondatore della seconda cibernetica: “Sistemi che osservano” di Heinz von Foerster e in particolare dell’articolo “Sui sistemi auto-organizzatori e i loro ambienti”.

Commenti»

1. riccardo - giugno 27, 2010

come al solito molto interessante !!
La tua intelligenza mostruosa vien sempre in luce…
congratulazioni

2. maxviel - giugno 27, 2010

come al solito troppo buono 🙂
purtroppo il fatto di mettere l’annuncio dei post anche su Facebook fa sì che qualcuno risponda là invece che sul blog… in questo modo le repliche ed eventuali discussioni non sono visibili dal blog, ma sono su Facebook e dopo un po’, compatibilmente con il senso della privacy di Zuckberg, non sono più consultabili…


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